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"Io sono in tutti i miei libri, in un modo o nell'altro." Si puň raccontare la vita di un grande scrittore come Isaac Bashevis Singer che detestava le biografie? Florence Noiville ha caparbiamente deciso di raccogliere la sfida e si č messa in viaggio in cerca delle tracce nascoste della sua vita, dall'infanzia nel villaggio polacco di Radzymin alla leggendaria via Krochmalna del ghetto di Varsavia, fino all'appartato rifugio di New York. Né ebreo, né americano, né polacco, Singer sapeva che sarebbe sempre stato in esilio ovunque. Non era né di qui né di lŕ. Né di oggi né di ieri... Era, secondo la sua formula, "uno straniero in genere". Sempre un po' in disparte, orgoglioso e vulnerabile al tempo stesso, scettico ma ossessionato dal suo rapporto con il divino. Capace di gesti crudeli, come quello di lasciarsi alle spalle la moglie e il figlio in Polonia, prima di imbarcarsi per l'America e per un futuro che sarŕ attraversato dal senso di colpa per quell'abbandono. Bugiardo e infedele per natura, ma sempre difeso dalle sue donne, esercitava un singolare magnetismo sia nella vita sia nei libri, tutti scritti in quella che lui definiva la "lingua di nessuno", l'yiddish.